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Cluttercore: lo stile che celebra il disordine

Beatrice di Beatrice - 2023-05-15

Il tempo di Marie Kondo è finito. Lo annunciano i titoli delle riviste: “La regina dell’ordine getta la spugna”: niente più ringraziamenti a lampade dismesse ne maglioni disposti ad arcobaleno e scatole che contengono scatole che contengono scatole. Dopo un decennio di pareti bianche e divisori per cassetti la dittatura della metodica precisione è stata ufficialmente abbattuta e sostituita da una più democratica tendenza. A suo sostegno un’armata di paladini della policromia e un esercito di tiktokers.

Con gran dispiacere di industrial addicteds e scandinavian lovers la scena adesso è solo sua. Signori e signore, il Cluttercore. Ma abbandoniamo i giochi di parole, termini millenials e arriviamo al dunque. Di cosa stiamo parlando? Tradotto letteralmente Cluttercore significa “nucleo di disordine” ed è il disordine, a tratti studiato, a dettare i principi di questo nuovo trend nato negli anni in cui gli appuntamenti di lavoro, le chiacchiere tra amici e qualsiasi tipo di operazione sociale - volenti o nolenti - si sono rincorsi tra le mura di casa.

Una tendenza, insomma. Uno stile fatto di stili diversi, coraggiose palette, icone e reliquie scovate tra antiquari e mercatini della domenica. Nessun dettame, tutto è concesso (anche eccedere), nessuna linea guida a cui ispirarsi ma libero sfogo alla fantasia. Minimo comune denominatore? Il colore. Petrolio, verde oliva e blu Klein hanno spodestato argilla, sabbia, fango, le tonalità-terra che per un decennio hanno dominato incontrastate copertine di magazine e feed Instagram di mezzo mondo. 

Con il Cluttercore torna sulla cresta dell’onda anche la carta da parati, strappata e abbandonata assieme a paillettes e zainetti Invicta trent'anni fa. Ora in versione impermeabile e waterproof arriva in bagno e in cucina senza più limite alcuno: stampe vegetali, pattern over-size e motivi geometrici invadono ogni anonimo spazio domestico trasformandolo in tela di pittore. 

Ambienti sovraffollati, ricchi e caotici, raccontano passioni e attitudini di chi li vive. Pezzi vintage e pezzi emblema della storia del design si incontrano e si mescolano come persone in piazza a orario di aperitivo. Di esempi Pinterest ne è pieno a bizzeffe: da Snoopy - l’ironica lampada omaggio al personaggio del fumettista Charles M. Schulz disegnata dai fratelli Castiglioni nel 1967 per Flos - appoggiata su plichi di libri alla consolle Quaderna Zanotta incorniciata da stampe e poster di vecchie locandine cinematografiche (solo per citarne alcuni). 

Come prevedibile e senza farsi attendere troppo il Cluttercore ha raggiunto anche le tavole apparecchiate e imbandite. Qui lo spaiato è il nuovo credo. Abbinare porcellane rispolverate dalla credenza di nonna a ceramiche decorate a mano in laboratori pugliesi o a “simpatici piattini”, mixare brocche e bicchieri in vetro di diverse forme e dimensioni, matchare tovaglie in lino con stravaganti accessori - dall'oliera Extravergine al cavatappi Scorpione firmati Bitossi, dal tappo allo stappabottiglie Anna G. disegnati da Alessandro Mendini per Alessi - è l’unica norma. 

Ma ricapitolando (e concludendo). Se ordine è sinonimo di efficienza ed organizzazione, disordine è spesso messo all’indice perché controproducente e improduttivo. L’eterna lotta tra il male e il bene, tra la luce e il buio insomma. Con il Cluttercore, invece, possiamo finalmente invertire la rotta: allentare il controllo, riaccendere il motore creativo e disfarci di quell’ansia maniacale del “tutto perfetto”. Da adesso in poi una sola regola: nessuna regola.